sovranità della giovane Repubblica, si sono rivelate favorevoli al conflitto interno e all'interferenza straniera. Ben presto fu chiaro che a Cipro era stata concessa un’indipendenza condizionata e che le regole costituzionali erano poco funzionali. La Costituzione stessa enfatizzava le differenze tra i greco-ciprioti e i turco-ciprioti, indebolendo così la tendenza verso l’unificazione e sobillando comportamenti che accentuavano il contrasto tra le due comunità. Gli accordi prevedevano procedure complicatissime per la distribuzione dei poteri tra le due comunità (tra la comunità maggioritaria greco-cipriota con l’82% della popolazione la comunità minoritaria turco-cipriota del 18% della popolazione) e concedevano insoliti diritti di veto alla comunità turco-cipriota. Alle tre potenze garanti (Grecia, Turchia e Gran Bretagna) sono stati concessi dei diritti non ben definiti di intervento nelle faccende cipriote in determinate condizioni. Inoltre, il Regno Unito ha conservato delle “basi nelle regioni a sovranità britannica” sul 2,7% del territorio dell’isola, nonché importanti impianti di raccolta informazioni, mentre la Grecia e la Turchia mantenevano piccoli contingenti militari (che ammontavano a 950 e 650 uomini rispettivamente) sull’isola. La natura separativa ed eccessivamente rigida di alcuni fondamentali dettami della Costituzione ha reso difficoltoso l’esercizio dell’azione del governo democratico e hanno provocato una tensione crescente tra i greco-ciprioti e i turco-ciprioti. Ben presto la Costituzione si dimostrò inapplicabile. Nel 1963, una serie di difficoltà sui bilanci statali, sulla tassazione, sulle municipalità e su altre questioni portò a una crisi costituzionale che minacciava di paralizzare il funzionamento del governo e dello Stato4. Il presidente della Repubblica si sentì costretto a proporre il 30 novembre alcune modifiche costituzionali da discutere, che avevano lo scopo di "rimuovere gli ostacoli al buon funzionamento e allo sviluppo dello Stato". Il governo turco, tuttavia, ha respinto in pieno le modifiche costituzionali proposte. La leadership turco-cipriota ha seguito l'esempio e si è quindi allineata alla strategia a lungo termine della Turchia di dividere l'isola. Il 30 dicembre 1963 il Vice Presidente della Repubblica, che era turco-cipriota, dichiarò che la costituzione cipriota era morta e che non c'era alcuna possibilità di far vivere e lavorare insieme greco-ciprioti e turco-ciprioti. "Chiamatela spartizione, se volete", disse ai media stranieri. L'atmosfera a Cipro divenne tesa e volatile. Le relazioni tra le due comunità si sono deteriorate mentre una serie di eventi si è trasformata in una crisi che si è estesa oltre i confini di Cipro. Piccoli incidenti isolati sono degenerati in scontri intercomunitari. I turco-ciprioti di tutta l'isola, sotto la pressione della loro leadership, hanno iniziato a concentrarsi in alcune zone, in linea con la politica della Turchia di formare enclave turche sotto il suo controllo per separare le due comunità come primo passo verso la divisione di Cipro secondo linee etniche. I ministri turco-ciprioti si La Questione di Cipro| Una breve introduzione 32 4 Vedi Stanley Kyriakides, Cyprus: Constitutionalism and Crisis Government (Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 1968).
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