La Questione di Cipro

L'11 febbraio 2014, sotto l’egida delle Nazioni Unite, si è svolto il primo incontro ufficiale tra il nuovo Presidente della Repubblica di Cipro Nicos Anastasiades e il leader dei turco-ciprioti Dervis Eroglu, che ha definito il quadro del nuovo processo negoziale e ha ribadito i principi fondamentali della soluzione. L'avvio di un nuovo processo di negoziati sostanziali ha rinnovato l'interesse internazionale, creando un nuovo impulso positivo per la risoluzione del problema. A ciò sono seguiti tre anni di negoziati che hanno portato a dei progressi significativi. Di conseguenza, nel giugno 2017, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha convocato una Conferenza su Cipro a Crans Montana, in Svizzera. Alla conferenza hanno partecipato la Repubblica di Cipro, la parte turco-cipriota con il suo nuovo leader (dal 2015) Mustafa Akinci, le tre potenze garanti la Grecia, la Turchia e il Regno Unito e l'Unione Europea in qualità di osservatore. La Conferenza si è bloccata a causa dell'insistenza della Turchia sulla presenza permanente di truppe militari a Cipro e sul mantenimento dei suoi diritti invasivi. Nonostante questo sviluppo negativo, il governo cipriota è rimasto fermamente impegnato a raggiungere una soluzione al problema di Cipro attraverso colloqui sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Nonostante l'atteggiamento non costruttivo della Turchia, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha nominato Jane Holl Lute come Consulente Speciale per riprendere il processo negoziale. I successivi cicli di contatti hanno portato all'incontro del Segretario Generale con i leader delle due comunità il 25 novembre 2019 a Berlino, durante il quale i leader hanno ribadito il loro impegno a raggiungere una soluzione basata su una federazione bizonale e bi-comunitaria con eguaglianza politica, come stabilito nelle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite. Il 27-29 aprile 2021, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha convocato a Ginevra la riunione informale 5+ONU per Cipro, con l'obiettivo di ottenere una svolta per la ripresa di un processo negoziale per la soluzione del problema cipriota. Purtroppo, il rifiuto della Turchia e del leader della comunità turco-cipriota di ribadire il proprio impegno nei confronti della base concordata di una federazione bizonale e bi-comunitaria con eguaglianza politica, come previsto dalle risoluzioni dell'ONU, l'insistenza sull'eguaglianza di status dei "due Stati" come precondizione per la ripresa dei negoziati e il rifiuto della proposta del Segretario Generale di nominare un inviato speciale, hanno portato l'impegno ad un punto morto. Inoltre, la Turchia ha proceduto alla creazione di nuovi fatti compiuti nelle aree occupate di Cipro, annunciando il 23 luglio delle ulteriori azioni illegali a Varosha in violazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Queste azioni sono state condannate dal Consiglio di Sicurezza che ha emesso una dichiarazione presidenziale il 23 La Questione di Cipro| Una breve introduzione 26

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