In risposta all'aggressione militare della Turchia, la Repubblica di Cipro ha introdotto una serie di misure difensive in modo da preservare la propria indipendenza, sovranità, integrità territoriale ed economia. Una di queste misure è stata la dichiarazione di illegalità di tutti i porti e gli aeroporti dell'area occupata dalla Turchia. Tali misure si sono rese necessarie perché il governo non era in grado di esercitare un controllo efficace nelle zone di Cipro sotto il controllo militare turco. Secondo il diritto internazionale, la Repubblica di Cipro è l'unica autorità legale e riconosciuta con la responsabilità esclusiva dei viaggi aerei e marittimi, del commercio, della sicurezza e di altre questioni simili all'interno del suo territorio sovrano. Allo stesso modo, secondo il diritto internazionale, il regime istituito dalla Turchia nella Cipro occupata è illegale e, pertanto, tutte le istituzioni, le decisioni ed i documenti da essa dichiarati non hanno alcuna validità politica o giuridica. Come hanno ribadito le Corti Europee e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il regime turco-cipriota non ha alcuno status giuridico nella comunità internazionale. La Corte Europea dei Diritti Umani ha dichiarato questo regime illegale come "amministrazione locale succube alla Turchia”, competente per la parte occupata di Cipro. (Vedi Appendice 2). I dati dimostrano chiaramente che l'occupazione militare da parte della Turchia ha vittimizzato, anche se in modi diversi, sia la comunità greca che quella turco-cipriota dell'isola. Il perdurare dell'occupazione turca è direttamente responsabile del senso di "isolamento" che i turco-ciprioti possono aver provato. Di fatto, la Turchia impedisce ai turco-ciprioti di realizzare appieno il loro potenziale e li priva di benefici e opportunità sostanziali a cui hanno diritto in quanto cittadini della Repubblica di Cipro e dell'UE. Il governo di Cipro si è sempre preoccupato della situazione economica dei turco-ciprioti. È stato in grado di fornire servizi migliori ai turco-ciprioti da quando, nel 2003, sono state parzialmente abolite le restrizioni illegali imposte dall'esercito turco alla libera circolazione delle persone attraverso la linea di cessazione delle Nazioni Unite del 1974 che attraversa l'isola. Da allora, i turco-ciprioti hanno potuto lavorare, in numero crescente, nelle aree controllate dal governo, guadagnando un reddito stimato finora in oltre 273 milioni di euro e godendo di un'ampia gamma di benefici, tra cui l'assistenza medica gratuita (Vedi Appendice 1). Solo attraverso la riunificazione di Cipro è possibile realizzare in modo legale e completo la reintegrazione dei turco-ciprioti nella comunità internazionale e il miglioramento del loro stato di benessere politico ed economico. Le tendenze al separatismo, sotto la falsa bandiera di "porre fine all'isolamento dei turco-ciprioti" e altri schemi politicamente motivati promossi dalla Turchia, non contribuiscono a migliorare il welfare della comunità turco-cipriota o il processo di pace. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 21
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