La Questione di Cipro

una breve introduzione La Questione di Cipro

Direzione editoriale: Ufficio Stampa e Informazioni - Repubblica di Cipro Aggiornamenti della sesta edizione: Ufficio Stampa e Informazioni - Repubblica di Cipro Testo Originale: Van Coufoudakis, Miltos Miltiadou Traduzione dall’inglese: Irene Chari La vendita o altro sfruttamento commerciale di questa pubblicazione o di parte di essa è severamente vietata. Gli estratti della pubblicazione possono essere riprodotti con un'adeguata autorizzazione di questa pubblicazione come fonte del materiale utilizzato. Le edizioni dell’Ufficio Stampa e Informazione sono disponibili gratuitamente.

Settima edizione 2023 una breve introduzione La Questione di Cipro

Indice PREMESSA 9 INTRODUZIONE 11 IL QUADRO POLITICO 13 Alla ricerca di una soluzione negoziabile 13 Argomenti in discussione dal 1974 14 I Negoziati ONU, 2002-2004 15 Il Referendum del 24 aprile 2004: la decisione del popolo 17 Il cosiddetto isolamento dei turco-ciprioti 20 Ripresa del processo di pace 2005-2006 22 L'Accordo dell'8 luglio 2006 23 Le nuove iniziative nel 2008 portano risultati 24 I negoziati che portano a Crans Montana 25 Cipro e l'Unione Europea 27 Conclusione 30 CENNI STORICI 31 Dall'Indipendenza all'invasione turca, 1960 -1974 31 L'invasione e l'occupazione militare turca 34 La nostra visione per una Cipro riunificata 37 MAPPE 38 APPENDICI 41 1. Iniziative politiche per i turco-ciprioti 41 2. Importanti decisioni giuridiche sulla Questione di Cipro 43 3. Conseguenze dell'invasione e dell'occupazione turca - fatti e cifre 48 CRONOLOGIA DI EVENTI CHIAVE 50 BIBLIOGRAFIA SELEZIONATA 57

La Questione di Cipro| Una breve introduzione 5 … se lo scopo di una soluzione della questione di Cipro dovesse essere la conservazione piuttosto che la distruzione dello Stato e se dovesse favorire piuttosto che ostacolare lo sviluppo di un popolo pacificamente unito, non posso fare a meno che chiedermi se la divisione fisica della minoranza dalla maggioranza non debba essere considerata un passo disperato nella direzione sbagliata.” Dr Galo Plaza, Rapporto del Mediatore delle Nazioni Unite su Cipro al Segretario Generale, Consiglio di Sicurezza dell’ONU S/6253, 26 marzo 1965. Siamo tutti prigionieri della conoscenza. Sapere come Cipro è stata tradita, ed aver studiato la documentazione di quel tradimento, significa rendersi infelici e rovinare, forse per sempre, il piacere di visitare una delle isole più incantevoli del mondo. Nulla potrà mai restituire i tesori rapinati, le famiglie in lutto, i villaggi devastati, le colline ed i boschetti bruciati dal napalm. Né potrà mitigare il bilancio dei politici insensibili e rozzi che hanno considerato Cipro come qualcosa su cui scarabocchiare i loro progetti inutili e presuntuosi. Ma il fatalismo sarebbe il peggior tradimento di tutti. L'accettazione, la legittimazione di tutto ciò che è stato fatto - queste cose devono essere ripudiate. Tale rifiuto ha un valore che va oltre Cipro, in quanto dimostra che l'acquiescenza all'ingiustizia non è ‘realismo’. Una volta che l'ingiustizia è stata definita e descritta, e chiamata con il suo giusto nome, l'acquiescenza in essa diventa impossibile. Ecco perché si scrive di Cipro con dolore, ma soprattutto con rabbia.” Christopher Hitchens, Hostage to History: Cyprus from the Ottomans to Kissinger (Londra e New York: Verso, 1997). “ “

La Questione di Cipro| Una breve introduzione 6 Oramai non è più possibile che la violenza e l'ingiustizia soffochino un intero popolo in segreto, senza protestare. A quanto pare, questo mondo che credevamo marcio, ha ancora delle anime che osano alzare la testa contro l'ipocrisia, l'ingiustizia, l'arroganza.... È un momento critico. Dalla risposta alla questione cipriota dipende la salvezza morale del mondo intero. E da questa salvezza morale è sempre dipesa la salvezza politica, sociale e culturale del mondo. Cipro non è più un caso particolare, una semplice isola sulla punta estrema del Mediterraneo. Sta diventando il centro segnato dal destino, dove si gioca il valore morale dell'uomo contemporaneo. […] C'è una legge mistica in questo mondo (perché se non ci fosse, questo mondo sarebbe stato distrutto migliaia di anni fa), una legge dura e inviolabile: all'inizio il male trionfa sempre ma alla fine viene sempre sconfitto. […] Per noi questo è un buon momento per dimenticare le nostre passioni e le nostre piccole preoccupazioni; per ognuno di noi, con i propri doni divini, per seguire il cammino della libertà in tutta la terra di Cipro. E dobbiamo condividere il suo dolore, il suo turbamento, il suo pericolo, nella misura in cui ne siamo capaci, e sicuramente in seguito (perché questa è la legge, abbiamo detto) anche la sua grande gioia.” Nikos Kazantzakis, "The Angels of Cyprus", apparso come un Epilogo nel suo libro England: A Travel Journal (New York: Simon e Shuster, 1965) La divisione politico-demografica de facto imposta a Cipro dal 1974 minaccia pertanto non solo l'unità e l'integrità di uno Stato-nazione moderno, ma anche la millenaria integrità e la continuità culturale dell'isola, che è stata il crocevia delle civiltà del Mediterraneo Orientale.” Michael Jansen, "Cyprus: The Loss of a Cultural Heritage", (Modern Greek Studies Yearbook, 2 (1986): 314-323). “ “

La Questione di Cipro| Una breve introduzione 7 Estratto del discorso del Presidente della Repubblica di Cipro, Nikos Christodoulides, davanti alla Camera dei Rappresentanti il 28 febbraio 2023 I seggi vuoti dei deputati turco-ciprioti in questa camera (della Camera dei Rappresentanti) sono una delle tante prove della mutilazione del nostro Stato. Una mutilazione che non consente di stabilire la vera e concreta fondazione di condizioni di pace e di sicurezza, ma nemmeno di attuare le libertà fondamentali ed i diritti umani di tutti i ciprioti. È per questo motivo che oggi desidero ribadire davanti a voi che la mia priorità assoluta è la risoluzione del problema cipriota all'interno del quadro concordato, in modo che il nostro Paese possa finalmente diventare uno Stato Europeo riunificato, libero e moderno, con la patria comune della prosperità e della sicurezza per tutti i suoi legittimi cittadini, senza alcuna discriminazione. Naturalmente non mi faccio delle illusioni. Conosco che la stessa garanzia è stata data da tutti i miei predecessori, che ricordo con rispetto: Il primo Presidente, l'Arcivescovo Makarios, Spyros Kyprianou, George Vassiliou, Glafkos Clerides, Tassos Papadopoulos, Demetris Christofias e il Presidente uscente Nicos Anastasiades. Tutti loro hanno lasciato la presidenza senza aver realizzato la sincera visione della libertà e della riunificazione del nostro Paese, nonostante la desiderassero con tutto il cuore. Questo perché le pretese della Turchia andavano oltre i nostri limiti e oltre i limiti che la democrazia ed i diritti umani impongono a qualsiasi Paese moderno e democratico ed ai suoi cittadini. Nonostante i compromessi fatti negli anni da parte nostra, anche dopo il compromesso storico della Federazione Bizonale e Bi-comunitaria, il massimalismo turco non ha permesso che alcuno sforzo riuscisse in modo da salvaguardare gli interessi di tutti i legittimi abitanti del Paese e di nessun altro, senza che questo significhi che la nostra parte non sia mai stata colpevole di alcun errore o svista. La settimana scorsa ho avuto il primo incontro informale con il Leader turco-cipriota, al quale ho espresso la mia chiara posizione sul fatto che lo stato attuale delle cose non possa essere la soluzione del problema cipriota e che farò tutto ciò che è umanamente possibile per creare le condizioni per la ripresa del dialogo sulla base del quadro concordato per cercare una soluzione di una Federazione Bizonale e Bi-comunitaria. Ho anche trasmesso al Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite il mio sincero desiderio di dialogo. Nei prossimi giorni prenderò delle iniziative, sulla base delle posizioni che ho sviluppato durante il periodo pre-elettorale, per uscire dall'impasse, per un

coinvolgimento preminente dell'UE al più alto livello, sempre nel quadro dei buoni uffici del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Dal podio ufficiale della Camera dei Rappresentanti, oggi mi rivolgo anche ai nostri compatrioti turco-ciprioti per trasmettere loro il messaggio che la soluzione che stiamo cercando servirà gli interessi di tutti i ciprioti, perché la sicurezza e la prosperità di tutti noi sono intrecciate e interdipendenti, in modo da poter vivere in pace nella nostra patria comune senza filo spinato ed esercito di occupazione, senza garanzie straniere. Solo così potremo assicurare il futuro dei nostri figli senza costruire sulla sabbia. Con la soluzione del problema cipriota, la Repubblica di Cipro si evolverà per diventare la nostra casa comune all'interno della grande famiglia europea. Questa è la soluzione che immaginiamo. Mi rivolgo anche ai nostri rifugiati, ai nostri cittadini nelle enclaves, alle nostre vittime, ai parenti dei nostri dispersi, a tutti coloro che soffrono a causa dei traumi dell'invasione e dell'occupazione in corso, assicurando loro che rimangono in prima linea nei nostri sforzi per porre fine all'occupazione e riunire la nostra patria. Naturalmente, non potevo non rivolgermi ai rappresentanti dei tre gruppi religiosi presenti per inviare un messaggio di rispetto e di apprezzamento ai nostri compatrioti, maroniti, armeni e latini, le cui preoccupazioni ed aspirazioni sono anche nostre. Infine, vorrei fare una particolare menzione ai nostri espatriati, alla nostra diaspora, con cui ho avuto la fortuna di lavorare, assicurando loro il mio sincero desiderio di rafforzare ulteriormente i nostri legami.” La Questione di Cipro| Una breve introduzione 8

Premessa Nel luglio 1974 la Turchia invase la Repubblica di Cipro. Ciò avvenne in violazione della Carta delle Nazioni Unite e dei principi fondamentali del diritto internazionale. Le conseguenze dell'invasione militare e della successiva occupazione di quasi il quaranta per cento del territorio sovrano della Repubblica si fanno sentire ancora oggi. Per quasi cinque decenni, l'aggressione della Turchia è continuata senza sosta. Con essa sono arrivate l'occupazione militare, la divisione forzata, la deportazione della popolazione, la separazione etnica, la massiccia violazione dei diritti dell’uomo, la colonizzazione, il tentativo secessionista, la distruzione del patrimonio culturale e l’usurpazione delle proprietà. Tali condizioni, imposte dalla Turchia costituiscono una situazione inaccettabile che persiste nell’isola sin dal 1974. Come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Nikos Christodoulides, la Turchia è il Paese che ha creato un'entità separatista completamente subordinata nei territori occupati, e che ora sta promuovendo il suo potenziamento. Obiettivi ed aspirazioni che sono certamente legati alle aspirazioni e agli obiettivi regionali della Turchia nella regione più ampia. “Allo stesso tempo”, sottolinea il Presidente Christodoulides, “la Turchia è un Paese che confina con Cipro. Sappiamo bene che la geografia non cambia, ma il nostro desiderio è quello di avere una Turchia vicina e che rispetti il diritto internazionale e con la quale intrattenere delle relazioni di buon vicinato, come con gli altri Paesi limitrofi.” Oggi la Turchia, aspirante membro dell'Unione Europea, è ancora colpevole dell'aggressione internazionale contro Cipro, uno Stato membro dell'Unione Europea. Lo status quo di occupazione militare straniera e di divisione forzata di uno Stato indipendente e sovrano deve essere risolto dalla comunità internazionale. Questo opuscolo informativo, aggiornato alla presente edizione, intende introdurre al lettore gli aspetti fondamentali di un'importante questione internazionale, la Questione di Cipro o il Problema di Cipro, come viene generalmente chiamato, e alle prospettive di una soluzione sostenibile in linea e alle norme europee e allo Stato di diritto. Si tratta di una breve guida a un conflitto prolungato e apparentemente intrattabile, che fornisce delle informazioni di base per aiutare a collocare la situazione attuale ed i nuovi sviluppi in una corretta prospettiva storica. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 9

La fase più recente del problema di Cipro, così come si è stato sviluppato dal 1974, è trattata nella prima sezione del “Quadro Politico”, mentre i “Cenni storici”, della questione di Cipro sono trattati nella sezione successiva dell'opuscolo. Le appendici e la cronologia degli eventi chiave che seguono forniscono delle informazioni utili per il testo principale. La breve bibliografia selezionata, indicativa della vasta letteratura sul problema di Cipro, può fornire al lettore interessato una comprensione migliore ed un ulteriore orientamento su una questione internazionale che ha impegnato la comunità internazionale per decenni. È importante tenere presente che in tutto il testo i termini "turco-ciprioti" e "comunità turcocipriota" si riferiscono in modo specifico ed esclusivo ai cittadini ciprioti legali, indigeni e nativi della Repubblica di Cipro di etnia turca. Questi termini non si riferiscono ed escludono le decine di migliaia di coloni illegali importati dalla Turchia nella Cipro occupata dopo il 1974. L'ingresso di questi coloni, che sono entrati e residuino illegalmente sull'isola, fa parte del tentativo sistematico di Ankara di modificare la struttura demografica della Repubblica di Cipro. Ulteriori informazioni sulle varie dimensioni della questione di Cipro sono disponibili sul sito web www.pio.gov.cy e in numerose pubblicazioni dell'Ufficio Stampa e Informazione (PIO). Il sito web del PIO è una piattaforma pratica e completa per gli sviluppi attuali, le informazioni di base ed i link utili ad altre fonti rilevanti. Il lettore è invitato a esplorare questa preziosa risorsa per una comprensione più approfondita dei temi trattati in questo opuscolo. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 10

La Questione di Cipro| Una breve introduzione 11 Introduzione Cipro è diventata uno Stato sovrano indipendente nell'agosto 1960. Purtroppo, dopo l'invasione e la continua occupazione militare da parte della Turchia nel 1974, la Repubblica di Cipro rimane forzatamente divisa. Le terribili conseguenze di questa invasione, occupazione e divisione forzata sono state la sistematica violazione dei diritti dell’uomo, la massiccia colonizzazione delle aree occupate, l'usurpazione di proprietà, la distruzione del patrimonio culturale e la separazione etnica. La questione di Cipro rimane irrisolta e costituisce un affronto all'ordine giuridico internazionale e una minaccia alla stabilità regionale. Le azioni della Turchia sono state condannate da risoluzioni unanimi del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, da risoluzioni1dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, da decisioni di tribunali internazionali e da decisioni di altre importanti organizzazioni internazionali e regionali. Purtroppo, la maggior parte di queste risoluzioni e decisioni rimane inattuata. Di conseguenza, la Repubblica di Cipro è l'unico Paese in Europa, dalla fine della Guerra Fredda, che rimane forzatamente divisa a causa di un'occupazione militare straniera. Il 1° maggio 2004, la Repubblica di Cipro ha aderito all'Unione Europea senza raggiungere l'auspicato obiettivo dell'adesione come Paese unificato. Tuttavia, Il governo e il popolo cipriota restano impegnati a trovare una soluzione complessiva che consenta ad una riunificazione autentica, pacifica e sicura del Paese, in conformità alle norme europee. Solo allora tutti i ciprioti potranno beneficiare pienamente dell'adesione all’UE. Il 24 aprile 2004 la comunità greco-cipriota ha respinto a grande maggioranza il piano di risoluzione della Questione di Cipro proposto dal Segretario Generale dell’ONU, poiché era un piano che non garantiva la genuina riunificazione di Cipro, della società, dell’economia e delle sue istituzioni. Malgrado ciò, il governo e la comunità greco-cipriota mantengono risolutamente il loro impegno a sostenere la missione di buoni uffici del Segretario Generale per aprire la strada alle due comunità ad arrivare a una soluzione complessiva. 1 Vedi Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Cipro, United Nations Security Council and General Assembly Resolutions on Cyprus 1960-2006 (Nicosia: Ufficio Stampa e Informazioni, Repubblica di Cipro, 2006).

Il Presidente Nikos Christodoulides ha ripetutamente sottolineato che la sua principale preoccupazione è la ripresa di negoziati sostanziali sul quadro concordato per una soluzione, come definito dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dagli accordi ad Alto Livello e dall'Acquis Europeo. “Il nostro obiettivo”, sottolinea, “non è altro che trovare una soluzione senza truppe di occupazione, di garanzie straniere e di diritti invasivi, che consenta di ripristinare l'unità della nostra patria, il suo territorio, il suo popolo e le sue istituzioni in uno Stato Federale Bizonale e Bi-comunitario, in cui i diritti umani e la sicurezza di tutti i suoi cittadini, senza eccezioni, siano garantiti e pienamente rispettati. Sulla base di quanto ho appena detto e tenendo conto, da un lato, dell'attuale situazione a livello internazionale e, dall'altro, dell'urgente necessità di invertire l'inaccettabile status quo a Cipro, ha aggiunto il Presidente Christodoulides, ho già presentato gli elementi principali della nostra proposta per un coinvolgimento più attivo dell'Unione Europea nel problema cipriota, sia negli sforzi per riprendere i negoziati che durante il processo negoziale. Vorrei chiarire che quando parliamo di coinvolgimento dell'UE, intendiamo sostenere e includere gli sforzi del Segretario Generale e delle Nazioni Unite. Sono convinto che l'UE possa svolgere un ruolo decisivo sia per sbloccare la situazione di stallo sia durante il processo negoziale, poiché essa ha a disposizione tutti gli elementi e gli incentivi per tutte le parti che possano portare a una situazione reciprocamente vantaggiosa. Il nostro sforzo non si concentra, né sarà esclusivamente rivolto, alla creazione unilaterale di benefici, ma alla promozione graduale di una situazione reciprocamente vantaggiosa. A questo proposito, vorrei sottolineare che il beneficio conclusivo per la Repubblica di Cipro sarà la risoluzione del Problema cipriota e la riunificazione di Cipro, che avrà un impatto positivo sulla regione.” La Questione di Cipro| Una breve introduzione 12

Il Quadro politico Alla ricerca di una soluzione negoziabile Dopo l'invasione di Cipro da parte della Turchia nel 1974, la parte turca ha chiesto una soluzione che tenesse separate le due comunità, oppure come due Stati separati sotto una confederazione libera. Le due comunità hanno concordato nel 1977 e nel 1979 di riunire Cipro in una Repubblica Federale bi-comunitaria, i cui parametri si sono evoluti nel corso degli anni. Per i greco-ciprioti, che avevano sostenuto con forza il concetto di Stato unitario, l'accettazione di una federazione bizonale e bi-comunitaria è stata la concessione definitiva e il compromesso storico nel loro tentativo di porre fine all'occupazione militare turca e di ottenere la riunificazione di Cipro. Dal 1977 il processo di pace guidato dalle Nazioni Unite ha cercato di definire il quadro di questa soluzione federale. I negoziati hanno cercato di conciliare gli interessi e le preoccupazioni delle due parti sotto un governo centrale comune. Le questioni relative alla definizione degli obiettivi e delle modalità di attuazione di una soluzione federale complessiva sono diventate un problema serio, soprattutto a causa dell'intransigenza della Turchia, la forza di occupazione, che detiene la chiave per una soluzione definitiva e dovrebbe essere spinta ad adottare un atteggiamento costruttivo nei confronti del processo di pace. La risoluzione 367 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 12 marzo 1975 ha riattivato la missione di buoni uffici del Segretario Generale, interrotta nel 1974. Da allora si sono svolti dei negoziati intermittenti sotto l'egida delle Nazioni Unite. Ci sono stati degli incontri ad alto livello tra i presidenti della Repubblica di Cipro ed i leader turco-ciprioti che si sono succeduti, dei colloqui di prossimità, delle proposte di misure di rafforzamento della fiducia e dei vari piani diplomatici da parte delle Nazioni Unite e da altri Paesi stranieri. Tutte queste azioni non sono riuscite a risolvere la questione di Cipro per una serie di motivi, tra cui: uLa mancata applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite uLa prevalenza di considerazioni strategiche, economiche e politiche di terzi rispetto a una soluzione sostenibile e funzionale che soddisfi le preoccupazioni dello Stato di Cipro e di tutti i ciprioti uLe politiche intransigenti dei governi turchi che si sono succeduti e che hanno affermato che il problema di Cipro è stato "risolto" nel 1974 La Questione di Cipro| Una breve introduzione 13

uLe condizioni politiche della comunità turco-cipriota e l'insistenza dei leader turchi sul riconoscimento della cosiddetta “TRNC” uTutte le principali concessioni nel processo di pace provengono dalla parte greco-cipriota uIl mancato rispetto del Diritto Internazionale, del Diritto Europeo e delle decisioni precedenti dei tribunali regionali e nazionali nelle “soluzioni” proposte per il problema di Cipro. La mancanza di progressi nella missione di buoni uffici del Segretario Generale ha portato i leader del G-8, il 20 giugno 1999, a chiedere alle parti di impegnarsi in colloqui su tutte le questioni senza precondizioni e di impegnarsi a negoziare sino al raggiungimento di una soluzione basata sulla piena considerazione delle risoluzioni e dei trattati ONU pertinenti. Questa formula è stata approvata anche dalla risoluzione 1250 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 29 giugno 1999. Il processo, dopo aver attraversato varie fasi, è culminato nella proposta delle Nazioni Unite nota come "Piano Annan", presentata alle parti prima nel novembre 2002 e successivamente, nella sua forma definitiva ("Annan V"), nel marzo 2004. Argomenti in discussione dal 1974 Dal 1974 il problema di Cipro è stato un'invasione militare e un'occupazione continua in violazione delle pertinenti risoluzioni unanimi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. I negoziati, soprattutto dopo il 16 gennaio 2002, hanno mirato a una soluzione complessiva per la riunificazione di Cipro. Nel corso di questo processo, il governo di Cipro ha cercato una soluzione che rispettasse le norme democratiche, le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il Diritto Internazionale, il Diritto dell'Unione Europea e le decisioni giudiziarie in materia. Gli argomenti specifici in discussione hanno incluso: uL’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e degli Accordi ad Alto Livello che prevedono una federazione bizonale e bi-comunitaria. uUna nuova formula di assegnazione delle competenze del governo federale, che deve essere dotato di potere sufficiente per garantire la governabilità, l’unità della Repubblica e per rispettare gli obblighi internazionali e dell'UE. uLa piena continuità della Repubblica che preveda un’unica sovranità e personalità nel campo internazionale, nonché un’unica cittadinanza. uGaranzie sull’indipendenza e l’integrità territoriale della Repubblica con l’esclusione dell’annessione totale o parziale dell’isola a un altro paese, oppure della spartizione o della secessione del suo territorio. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 14

uL’eguaglianza politica tra la comunità greco-cipriota e quella turco-cipriota, in base alle relative definizioni delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. uGaranzie di deterrenza contro le interferenze straniere e nessun diritto di intervento unilaterale da parte di paesi terzi. uIl ritiro delle truppe straniere come richiesto dalle relative risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e dell’Assemblea Generale dell’ONU. uIl ritorno dei cittadini deportati ai luoghi di origine e l’adozione di un sistema di risarcimenti sulle proprietà che tenga conto della Convenzione Europea e delle relative sentenze giuridiche. uIl diritto ad acquistare proprietà ed a risiedervi ovunque a Cipro senza quote restrittive basate su criteri etnici o religiosi. uIl pieno rispetto dei Diritti dell’Uomo di tutti i ciprioti, come previsto dalla Convenzione Europea. uIl ritorno in Turchia dei coloni che si sono illegalmente stabiliti sull’isola, con l’esclusione di un limitato numero di casi per ragioni umanitarie. uLa piena compatibilità di ogni soluzione concordata con gli impegni e i diritti della Repubblica di Cipro all'interno dell’Unione Europea. uLa piena smilitarizzazione dello stato di Cipro. I Negoziati ONU, 2002-2004 Questo periodo segna l'impegno più sostenuto sotto la missione di buoni uffici del Segretario Generale delle Nazioni Unite per una soluzione complessiva della questione di Cipro. Tutti i tentativi precedenti, in particolar modo quelli che si sono svolti nel periodo 1999-2000, non hanno ottenuto alcun risultato a causa della pretesa turca di ottenere il riconoscimento dell’autoproclamato “stato” nel territorio della Repubblica occupato dalla Turchia. I colloqui diretti tra il Presidente Glafkos Clerides, in rappresentanza della comunità grecocipriota, e il leader turco-cipriota Rauf Denktash, sono stati iniziati il 16 gennaio 2002, ma non hanno ottenuto alcun progresso. Il Segretario Generale Kofi Annan ha cercato di ottenere un accordo prima del Consiglio Europeo di Copenaghen del 12-13 dicembre, nel corso del quale i capi di stato e di governo avrebbero deciso sull’adesione di Cipro entro il 2004. Per questo motivo, il Segretario Generale ha presentato l’11 novembre 2002 un piano particolareggiato per una sistemazione complessiva della questione (il cosiddetto Annan I). La Questione di Cipro| Una breve introduzione 15

Tenendo conto delle reazioni delle due parti, il piano è stato rivisto il 10 dicembre 2002 (Annan II) e il 26 febbraio 2003 (Annan III). Il Segretario Generale si è incontrato con i leader delle due comunità all’Aia il 10 e l’11 maggio 2003 per verificare la loro disponibilità a sottoporre la sua proposta (Annan III) a due referendum separati, uno per ogni comunità, da effettuarsi simultaneamente. Il Presidente appena eletto Tassos Papadopoulos si è dichiarato d’accordo a sottoporre all’attenzione del popolo cipriota un progetto completo di sistemazione legale e una politica dell’intera questione; la Grecia e la Turchia avevano raggiunto un accordo su fondamentali questioni di sicurezza; e vi era tempo sufficiente per dibattere e informare l’opinione pubblica sul piano prima dello svolgimento del referendum. La parte turca ha respinto la proposta del Segretario Generale. Nel periodo gennaio-febbraio 2003 ci furono nei territori occupati delle grandi manifestazioni contro il leader turco-cipriota Rauf Denktash e contro il costante sostegno che Ankara forniva con la sua politica. Il 16 aprile 2003, come previsto, la Repubblica di Cipro ha sottoscritto il Trattato di Adesione all’UE. Il 23 aprile 2003, in seguito al crescente malcontento dell'opinione pubblica turco-cipriota per la situazione nella Cipro occupata, la Turchia e il leader turco-cipriota sono stati costretti a revocare parzialmente le restrizioni imposte dal 1974 lungo la linea di cessate il fuoco dell'ONU sulla circolazione dei greco-ciprioti e turco-ciprioti. Da allora, migliaia di ciprioti hanno attraversato regolarmente la linea di cessate il fuoco. Inoltre, migliaia di turco-ciprioti attraversano quotidianamente la linea per lavorare nelle regioni libere, per richiedere passaporti e altri documenti rilasciati dal governo di Cipro e per ricevere assistenza medica gratuita. Questi spostamenti pacifici hanno crollato il mito coltivato per anni dalla propaganda turca secondo cui le due comunità non possono vivere insieme. È ovvio, comunque, che questo tipo di provvedimenti non possano sostituire la soluzione complessiva della questione. Il governo degli Stati Uniti cercava di ottenere un vantaggio dalla disponibilità della parte grecocipriota a partecipare a nuovi negoziati. Sulla base del consenso emerso negli incontri con il premier turco Recep Tayyip Erdogan a Washington, nel gennaio 2004, il governo degli Stati Uniti ha convinto il Segretario Generale Kofi Annan a chiedere la ripresa dei negoziati a New York. Il 13 febbraio 2004 le due parti hanno concordato di iniziare dei negoziati in buona fede a Nicosia per apportare delle modifiche all’interno dell’impostazione del piano Annan III. Nel caso in cui si continuasse a non trovare alcuna soluzione, anche dopo il coinvolgimento della Grecia e della Turchia, Kofi Annan avrebbe definito un suo testo da sottoporre in seguito al giudizio di due referendum tra le due comunità dell’isola, da tenersi separatamente e simultaneamente. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 16

Si trattava di un cambiamento significativo nella missione di buoni uffici del Segretario Generale delle Nazioni Unite, così come era stata concepita dal 1964. Senza l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza, il Segretario Generale ha assunto il potere di arbitro come condizione preliminare per il nuovo ciclo di negoziati. Accettando questa formula, i greco-ciprioti pensavano che il Segretariato avrebbe mantenuto la sua obiettività e il suo impegno nei confronti dei principi fondamentali delle Nazioni Unite. Si sono dimostrati sbagliati. Al momento dei colloqui in Svizzera, alla fine di marzo 2004, il Segretariato è diventato una parte parziale della controversia, promuovendo la maggior parte delle posizioni della Turchia sul problema di Cipro. Il cambiamento del ruolo del Segretario Generale, unito alle scadenze negoziali estremamente strette e all'intransigenza della Turchia, ha contribuito all'assenza di negoziati seri sia a Nicosia che successivamente a Bürgenstock, in Svizzera. Per ottenere il consenso della Turchia, quasi tutte le sue richieste sono state inserite arbitrariamente nei due piani (Annan IV e V) presentati dal Segretario Generale. L'Annan V è stato presentato alle due parti il 31 marzo 2004. La Turchia, gli Stati Uniti e le Nazioni Unite hanno concordato di accettare la presenza dell'UE solo in qualità di osservatore nei colloqui, mentre l'UE si è impegnata ad accettare le deroghe al Diritto Europeo incluse in Annan V. Il piano del Segretario Generale era un documento completo di quasi 10.000 pagine. Questo complesso documento giuridico non era disponibile nel sito web delle Nazioni Unite fino a poche ore prima del referendum. I ciprioti sono stati chiamati a votare su questo testo il 24 aprile 2004, solo pochi giorni prima dell'adesione della Repubblica di Cipro all'UE, il 1° maggio 2004. Il Referendum del 24 aprile 2004: Il responso del popolo2 A seguito di un acceso dibattito pubblico, gli elettori greco-ciprioti hanno respinto in modo schiacciante il piano Annan V, con un voto del 75,8% contro il 24,2%. Il 64,9% degli elettori turco-ciprioti ha invece approvato il piano. Va notato che i coloni turchi, che non avevano il diritto legale di votare, sono stati autorizzati a farlo. Il "no" greco-cipriota non è stato un voto contro la riunificazione o la riconciliazione. È stato un rifiuto di un processo che ha portato a un piano unilaterale percepito come dannoso per i diritti legittimi della comunità greco-cipriota e per la sopravvivenza dello stesso Stato di La Questione di Cipro| Una breve introduzione 17 2 Vedi Claire Palley, An International Relations Debacle: The UN Secretary-General’s Mission of Good Offices in Cyprus 1999–2004 (Oxford e Portland, Oregon: Hart Publishing, 2005).

Cipro. È stato il rifiuto di un piano unilaterale che non prevedeva una vera riunificazione di Cipro, delle sue istituzioni, del suo popolo e della sua economia. Il voto negativo è stato espresso dai greco-ciprioti di ogni età, di ogni partito politico e di ogni genere. uIl voto positivo dei turco-ciprioti è facile da spiegare: uIl rifiuto della politica autoritaria di Rauf Denktash uLa prosecuzione dello "Stato" illegale turco-cipriota uLa legalizzazione di quasi tutti i coloni illegali provenienti dalla Turchia nello stato federativo turco-cipriota uLa presenza permanente di truppe turche a Cipro uIl diritto della Turchia di intervenire a Cipro Infine, il voto dei turco-ciprioti è stato motivato dalla prospettiva di sostanziali benefici economici derivanti dall'adesione di Cipro all'UE e dal presunto sostegno economico da parte della comunità greco-cipriota. Diversi motivi legittimi spiegano il voto negativo dei greco-ciprioti, tra cui: uLe scadenze negoziali rigide, l’assenza di tempo reale per discutere un documento giuridico molto complesso e le minacce espresse o implicite da parte di alcuni degli interlocutori se i greco-ciprioti non avessero accettato il piano dell'ONU. uLe deroghe importanti alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo che privano tutti i ciprioti dei diritti fondamentali, mentre gli altri cittadini dell'UE residenti a Cipro godrebbero di tutti i diritti previsti dalla Convenzione. uLo scioglimento della Repubblica di Cipro, riconosciuta a livello internazionale, e la sua sostituzione con una confederazione di due Stati in gran parte autonomi. uLa funzionalità discutibile del nuovo Stato in considerazione delle disposizioni relative ai rami esecutivo, legislativo e giudiziario e della presenza di veti di minoranza rafforzati (terze parti non cipriote, non responsabili nei confronti del pubblico cipriota, esprimerebbero voti decisivi in settori politici chiave). uLa natura confederale della costituzione proposta è stata sottolineata dall'assenza di una disposizione sulla gerarchia delle leggi. (Ciò comportava il rischio di conflitti giurisdizionali, che avrebbero accentuato la natura divisiva della nuova politica proposta). uL’assenza di garanzie adeguate per assicurare il rispetto degli impegni assunti dalle parti, in particolare dalla Turchia. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 18

uI costi economici dell'insediamento proposto - convergenza, ricostruzione, compensazione delle proprietà, risarcimento dei profughi, politica monetaria - sarebbero in gran parte a carico dei greco-ciprioti. (La Turchia, la cui aggressione militare ha diviso l'isola, è stata assolta da qualsiasi responsabilità finanziaria per le sue operazioni a Cipro) uLe questioni di sicurezza che comportano la graduale riduzione e il mantenimento della presenza di truppe turche con dei diritti di intervento ampliati anche dopo l'adesione della Turchia all'UE. (Cipro "Unita" è stata esclusa dalla politica di difesa comune europea e sarebbe stata totalmente smilitarizzata. Le garanzie proposte dalla Turchia violano l'obbligo di non intervento negli affari interni degli Stati e il rispetto dell'integrità territoriale di tutti gli Stati uLe questioni di definizione della cittadinanza e il fatto che quasi tutti i coloni provenienti dalla Turchia sarebbero rimasti a Cipro uLa violazione dei diritti di proprietà che sono diritti essenziali in conformità alla Convenzione Europea e ribaltamento di importanti precedenti della Corte Europea uL’espansione dei diritti della Gran Bretagna nelle aree di base sovrane e nelle acque territoriali della Repubblica uLa cancellazione della ratifica da parte della Repubblica di Cipro del Trattato di Montreux del 1936 (Cipro è una grande potenza marittima). Il piano concedeva inoltre alla Turchia quasi un diritto di veto sulla piattaforma continentale di Cipro) uLa violazione della Convenzione Europea, in quanto nega ai ciprioti il diritto di acquistare proprietà e vivere ovunque, come possono fare gli altri cittadini dell'UE, senza quote restrittive basate sull'etnia e la religione. Alla fine, il Piano è stato respinto perché giudicato dalla grande maggioranza dei ciprioti non è il migliore per l'interesse comune dei greco-ciprioti e dei turco-ciprioti. Come ha dichiarato all'epoca il Presidente Papadopoulos, "mentre tutte le richieste della Turchia sono state adottate nel piano finale l'ultimo giorno, le preoccupazioni fondamentali della parte greco-cipriota sono state ignorate. Tutti i partecipanti ai colloqui erano ansiosi di portare la Turchia a bordo e di assicurare un "sì" da parte della comunità turco-cipriota, ignorando il fatto che anche la comunità greco-cipriota, molto più numerosa, doveva essere convinta di votare "sì" al Piano. Pertanto, questo processo non ha riuscito a rispondere alle preoccupazioni, ai bisogni e agli interessi legittimi di entrambe le parti.” L'esito negativo del referendum ha reso il Piano Annan nullo. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 19

Il cosiddetto isolamento dei turco-ciprioti 3 Dopo il rifiuto del Piano Annan, la Turchia ha lanciato una campagna di propaganda con lo slogan di "alleggerire", "eliminare" o "porre fine" al presunto "isolamento" dei turco-ciprioti e di colmare la "disparità economica" tra le due comunità dell'isola. Purtroppo, ciò ha portato a una diffusa disinformazione sulla situazione di Cipro e ad alcune proposte discutibili, concretamente volte a migliorare le condizioni economiche dei turco-ciprioti. La Turchia ha persino cercato di ingannare la comunità internazionale facendo credere che il governo di Cipro fosse in qualche modo responsabile della situazione dei turco-ciprioti. La Turchia ha utilizzato questo approccio per due motivi: distogliere l'attenzione, in vista delle sue aspirazioni all'UE, dall'aggressione militare in corso contro Cipro e potenziare il regime illegale nelle zone occupate dell'isola. In realtà, Ankara ha cercato di garantire al regime secessionista gli attributi economici di un'entità indipendente senza alcun riconoscimento internazionale formale. Questo permetterebbe al regime illegale di esistere senza alcun incentivo per una partecipazione costruttiva al processo di pace per la riunificazione dell'isola. Nel tentativo di ottenere il sostegno internazionale per la loro propaganda, i leader turchi hanno adottato, come argomento principale, lo slogan fuorviante di "porre fine all'isolamento economico" dei turco-ciprioti quando, in realtà, il loro obiettivo è sempre stato politico. Tuttavia, qualsiasi iniziativa che promuova il riconoscimento de facto del regime secessionista illegale sarebbe una diretta violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare le risoluzioni 541 (1983) e 550 (1984). Tali mosse indebolirebbero anche gli sforzi per la riunificazione del Paese, che è la posizione dichiarata dell'ONU, dell'UE, della comunità internazionale in generale e delle due comunità cipriote medesime. La situazione della comunità turco-cipriota è il risultato diretto dell'aggressione della Turchia, che mantiene Cipro, il suo popolo, le sue istituzioni e la sua economia divisi. È anche il risultato di politiche sbagliate da parte dei leader turco-ciprioti, che hanno costantemente promosso gli interessi della Turchia a spese della loro comunità e di Cipro nel suo complesso. Il cosiddetto "isolamento" dei turco-ciprioti è una ferita auto-inflitta. Non è certo il risultato di un'azione intrapresa dal governo di Cipro, che ha la sovranità su tutto il territorio dello Stato, comprese le zone occupate, e che rispetta l'obbligo di difendere i propri diritti sovrani e lo Stato di diritto. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 20 3 Vedi Miltos Miltiadou, Toward a Unified Cyprus: The Myth of Turkish Cypriot “Isolation”, Quarta Edizione (Nicosia: Ufficio Stampa e Informazione, Repubblica di Cipro, 2010)

In risposta all'aggressione militare della Turchia, la Repubblica di Cipro ha introdotto una serie di misure difensive in modo da preservare la propria indipendenza, sovranità, integrità territoriale ed economia. Una di queste misure è stata la dichiarazione di illegalità di tutti i porti e gli aeroporti dell'area occupata dalla Turchia. Tali misure si sono rese necessarie perché il governo non era in grado di esercitare un controllo efficace nelle zone di Cipro sotto il controllo militare turco. Secondo il diritto internazionale, la Repubblica di Cipro è l'unica autorità legale e riconosciuta con la responsabilità esclusiva dei viaggi aerei e marittimi, del commercio, della sicurezza e di altre questioni simili all'interno del suo territorio sovrano. Allo stesso modo, secondo il diritto internazionale, il regime istituito dalla Turchia nella Cipro occupata è illegale e, pertanto, tutte le istituzioni, le decisioni ed i documenti da essa dichiarati non hanno alcuna validità politica o giuridica. Come hanno ribadito le Corti Europee e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il regime turco-cipriota non ha alcuno status giuridico nella comunità internazionale. La Corte Europea dei Diritti Umani ha dichiarato questo regime illegale come "amministrazione locale succube alla Turchia”, competente per la parte occupata di Cipro. (Vedi Appendice 2). I dati dimostrano chiaramente che l'occupazione militare da parte della Turchia ha vittimizzato, anche se in modi diversi, sia la comunità greca che quella turco-cipriota dell'isola. Il perdurare dell'occupazione turca è direttamente responsabile del senso di "isolamento" che i turco-ciprioti possono aver provato. Di fatto, la Turchia impedisce ai turco-ciprioti di realizzare appieno il loro potenziale e li priva di benefici e opportunità sostanziali a cui hanno diritto in quanto cittadini della Repubblica di Cipro e dell'UE. Il governo di Cipro si è sempre preoccupato della situazione economica dei turco-ciprioti. È stato in grado di fornire servizi migliori ai turco-ciprioti da quando, nel 2003, sono state parzialmente abolite le restrizioni illegali imposte dall'esercito turco alla libera circolazione delle persone attraverso la linea di cessazione delle Nazioni Unite del 1974 che attraversa l'isola. Da allora, i turco-ciprioti hanno potuto lavorare, in numero crescente, nelle aree controllate dal governo, guadagnando un reddito stimato finora in oltre 273 milioni di euro e godendo di un'ampia gamma di benefici, tra cui l'assistenza medica gratuita (Vedi Appendice 1). Solo attraverso la riunificazione di Cipro è possibile realizzare in modo legale e completo la reintegrazione dei turco-ciprioti nella comunità internazionale e il miglioramento del loro stato di benessere politico ed economico. Le tendenze al separatismo, sotto la falsa bandiera di "porre fine all'isolamento dei turco-ciprioti" e altri schemi politicamente motivati promossi dalla Turchia, non contribuiscono a migliorare il welfare della comunità turco-cipriota o il processo di pace. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 21

Al contrario, tali idee deviano l'attenzione dalla continua aggressione della Turchia contro Cipro e dal mancato rispetto da parte di Ankara degli obblighi assunti nei confronti dell'UE, tra cui l'apertura dei porti e degli aeroporti alle navi e agli aerei che trasportano la bandiera cipriota. Inoltre, inibiscono la volontà politica della parte turca, ostacolando in questo modo le iniziative volte ad affrontare la questione centrale, ovvero la soluzione della divisione di Cipro. Inoltre, contribuiscono a consolidare la situazione illegale creata dalla Turchia nella parte settentrionale di Cipro ed a perpetuare la vittimizzazione dei turco-ciprioti. Infine, ostacolano la causa della riconciliazione e della pace durevole sull'isola e nella regione. Ripresa del processo di pace 2005–2006 Anche se il piano 2002-2004 delle Nazioni Unite non ha risolto il problema di Cipro, il referendum non è stato la fine del percorso. Infatti, il risultato del referendum sul Piano Annan deve fungere da catalizzatore per la riunificazione e non da pretesto per ulteriori divisioni. I greco-ciprioti e il governo della Repubblica di Cipro hanno dimostrato ripetutamente di continuare a impegnarsi per una soluzione che garantisca un futuro prospero e sicuro a tutti i ciprioti e che assicuri il rispetto dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali all'interno dell'UE. Molti nella comunità internazionale non conoscevano le disposizioni dettagliate del fallito Piano Annan e le sue implicazioni sul futuro dello Stato di Cipro e dei suoi cittadini. Non sorprende quindi che abbiano espresso il loro disappunto per l'esito del referendum. In realtà, ciò che è stato deplorevole e deludente è che il Piano presentato al popolo non ha permesso a entrambe le comunità di approvarlo. Mentre le altre parti volevano semplicemente una soluzione o una chiusura della questione cipriota il più velocemente possibile, i greco-ciprioti hanno sempre insistito sul raggiungimento di una soluzione complessiva, funzionale e sostenibile. Una soluzione che possa resistere alla prova del tempo deve essere percepita come equa dalle persone che dovranno conviverci. Pertanto, nessuna soluzione può avere successo se non affronta le legittime preoccupazioni che hanno impedito ai greco-ciprioti di approvare il piano Annan nel 2004. Il fatto che Cipro sia uno stato piccolo e debole rende ancora più imperativa la necessità che tutti i ciprioti godano di tutti i diritti fondamentali riservati ai cittadini degli altri paesi membri della UE, in base alle norme comunitarie e alla Convenzione Europea di Diritti dell’Uomo, e che non ci siano discriminazioni in base al gruppo etnico o alla religione di appartenenza. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 22

Per dare un nuovo impulso al processo di pace, il presidente Tassos Papadopoulos ha avuto uno scambio di pareri con il Segretario Generale a New York il 16 settembre 2005 riguardanti la preparazione di una nuova iniziativa diplomatica dell’ONU per Cipro. Il Segretario Generale si è incontrato anche con il leader turco-cipriota Mehmet Ali Talat il 31 ottobre. Nel suo rapporto verso il Consiglio di Sicurezza, il 20 novembre 2005, il Segretario Generale ha rilevato che sia i due leader sia altri paesi lo hanno incoraggiato a considerare l’eventualità di intraprendere nuovi negoziati nell’ambito della sua missione di buoni uffici. In seguito, il 28 febbraio 2006 il Presidente Papadopoulos si è incontrato con il Segretario Generale a Parigi, al fine di avere uno sguardo d’insieme sulla situazione a Cipro ed esaminare le modalità per portare avanti il processo verso la riunificazione dell’isola. Hanno inoltre concordato che il riavvio del processo negoziale nell’ambito della missione di buoni uffici del Segretario Generale deve avvenire a tempo opportuno e basarsi su un’accurata preparazione del terreno. L'Accordo dell'8 luglio 2006 Questi sviluppi hanno dato nuovo impulso alla ripresa del processo di pace a Cipro. Il 3 luglio il Presidente Papadopoulos e il leader turco-cipriota Talat si sono incontrati in margine a una riunione del Comitato per le persone disperse, alla presenza del Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU a Cipro. Inoltre il Segretario Generale dell’ONU per le questioni politiche Ibrahim Gambari ha visitato la Grecia, la Turchia e Cipro nel periodo dal 3 al 9 luglio. Dopo il suo incontro congiunto con il Presidente Papadopoulos e il Signor Talat l’8 luglio, il Segretario Generale ha presentato il seguente “Insieme di Principi” concordati tra le due parti: 1. L’impegno alla riunificazione di Cipro in conformità a una federazione bizonale e bicomunitaria con eguaglianza politica come essa viene definita nelle relative risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. 2. Il riconoscimento del fatto che lo status quo è intollerabile e la sua perpetuazione avrebbe effetti negativi per i greco-ciprioti e i turco-ciprioti. 3. L’impegno di sostenere che una soluzione complessiva è auspicabile e possibile ebbene non dovrebbe essere ulteriormente ritardata. 4. L’accordo perché si attivi immediatamente il processo che includerà dei negoziati tra le due comunità su argomenti riguardanti la vita quotidiana del popolo e parallelamente quelli relativi a delle questioni sostanziali. Ambedue gli argomenti contribuiranno alla soluzione complessiva. La Questione di Cipro| Una breve introduzione 23

5. L’impegno di garantire che prevalga l’ "atmosfera necessaria" per il successo di questo processo. In questo ambito, le misure per la ricostruzione di fiducia sono indispensabili tanto per migliorare il clima quanto per agevolare le condizioni di vita di tutti i turco-ciprioti e greco-ciprioti. In questo ambito, infine, bisognava porre fine al cosiddetto “gioco delle attribuzioni delle responsabilità”. Inoltre, i due leader hanno deciso che i Comitati Tecnici su questioni che riguardano la vita quotidiana avrebbero iniziato a lavorare a condizione che, allo stesso tempo, avessero anche scambiato un elenco di questioni di sostanza, i cui contenuti sarebbero stati studiati da gruppi di lavoro bi-comunitari di esperti e finalizzati dai leader. L’Accordo dell’8 luglio ha confermato l’impegno del governo di Cipro in favore della riunificazione dell’isola sulla base di una federazione bizonale e bi-comunitaria. Il 29 agosto 2006, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha sollecitato l'attuazione dell'Accordo dell'8 luglio senza ulteriori ritardi e ha espresso il proprio sostegno ai continui sforzi del Segretario Generale per raggiungere una soluzione complessiva su Cipro. Per facilitare il processo, il 15 novembre 2006 il Segretario Generale aggiunto per le questioni politiche ha sottoposto proposte riguardanti l’applicazione dell’Accordo dell’8 luglio. Purtroppo, le difficoltà sono emerse già nella fase preparatoria, giacché la parte turca abbia messo in discussione elementi fondamentali dell’Accordo. In una sua lettera dell’aprile 2007 verso il Segretario Generale dell’ONU il leader turco-cipriota ha chiesto di modificare l’ambito dell’Accordo dell’8 luglio. Rivolgendosi all’Assemblea Generale dell’ONU il 26 settembre il Presidente Papadopoulos ha ripetuto che non deve più essere tollerato lo status quo dell’occupazione militare straniera e della divisione forzata dell’isola e ha rivolto un appello “per un processo costruttivo e con lo sguardo verso il futuro” che porti risultati concreti e una soluzione complessiva. Sempre a New York ha discusso con il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon sulla necessità di accelerare il processo di pace dell’ONU. Secondo il governo di Cipro ma anche secondo le Nazioni Unite il processo previsto dall’Accordo dell’8 luglio era l’unica via praticabile per arrivare a un accordo condiviso. Tuttavia, a sua applicazione non si è resa possibile a causa dell’atteggiamento elusivo della parte turca. Le nuove iniziative del 2008 portano risultati Nel febbraio 2008, il nuovo Presidente della Repubblica di Cipro, Demetris Christofias, subito dopo la sua elezione, ha chiesto un incontro con il leader turco-cipriota. Nel corso dell'incontro del 21 marzo 2008, è stato deciso di istituire gruppi di lavoro e comitati tecnici La Questione di Cipro| Una breve introduzione 24

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